L A SICUREZZA ALIMENTARE

Oltre ad essere sostenibile, il contenitore ideale deve essere sicuro per il consumatore finale. Per questo motivo le capsule in fibra prodotte da Pascucci vengono analizzate costantemente per poter escludere la presenza di possibili contaminanti.

La capsula è priva di Bisfenolo A e ftalati, due sostanze tossiche in grado di migrare facilmente dal contenitore al cibo.

L’evidenza scientifica indica che sia gli ftalati che il bisfenolo A sono interferenti endocrini, il che significa che interrompono le nostre funzioni or- monali. Altri problemi associati sono il cancro alla prostata, il diabete, l’obesità, la ridotta fertilità e persino le difficoltà di apprendimento nei bambini. Non solo. Gli ultimi studi scientifici mostrano come si tratti di tossine “obesogene” che possono influenzare il modo in cui il corpo controlla il peso.

La capsula è inoltre priva di Formaldeide, avente capacità di indurre mutazioni e tumori.

I contenitori per alimenti compostabili sono sicuramente una grande idea: si degradano in materia organica ricca di sostanze nutritive, riducono gli sprechi e la necessità di fertilizzanti chimici. Tuttavia, non molti sanno che la gran parte di questi imballaggi contiene gli Pfas, delle sostanze per- e polifluoroalchiliche. Utilizzati per respingere l’acqua e l’olio sono accusati di “migrare” nel compost e da questo – attraverso le piante – entrare nella catena alimentare. Lo studio è contenuto nell’ACS’ Environmental Science & Technology Letters.                       

Tuttavia, i potenziali effetti sulla salute derivanti dall’applicazione di questo materiale alle colture sono sconosciuti. Due Pfas a catena lunga, acido perfluoroottanoico (Pfoa) e acido perfluoroottanosolfonico (Pfos) sono stati associati a effetti negativi sulla salute, pertanto le società negli Stati Uniti hanno volontariamente ritirato la produzione. Di conseguenza, molti produttori sono passati a Pfas a catena più corta, i cui effetti sulla salute sono meno noti.

Ricerche precedenti hanno dimostrato che i Pfas nei biosolidi applicati come fertilizzanti possono migrare dal suolo alle piante e quindi accumularsi nell’uomo attraverso la catena alimentare. La nuova indagine, invece, si è concentrata a scoprire quanti Pfas finiscono nel materiale compostato. Per farlo, i ricercatori hanno analizzato 10 campioni di compost da cinque stati: nove da strutture commerciali e uno da un deposito di compost da cortile. I ricercatori hanno estratto gli acidi perfluoroalchilici (Pfaa), che sono composti prodotti dalla degradazione microbica di Pfas durante il compostaggio e li hanno analizzati utilizzando la spettrometria di massa.

I campioni provenienti da sette stabilimenti che accettavano imballaggi per alimenti compostabili avevano livelli totali più elevati di Pfaa rispetto ai due che non ne avevano o quello di compost da cortile, che non conteneva imballaggi alimentari. I ricercatori hanno trovato Pfaa corrispondenti a Pfoa e Pfos, che sono ancora prodotti in alcuni paesi, in tutti i campioni, ma la maggior parte dei composti rilevati erano Pfaa a catena corta. I risultati di questo studio hanno contribuito all’approvazione da parte dello stato di Washington di una legge che vieta l’uso di Pfas negli imballaggi alimentari a partire dal 1 Gennaio 2020.

Diversi studi hanno però dimostrato come queste sostanze portino con sé il rischio di accumularsi all’interno dell’organismo causando effetti avversi come epatotossicità, immunotossicità e neurotossicità. Alcuni PFAS hanno effetti negativi sull’uomo, tra cui la capacità di influenzare la crescita, l’apprendimento e il comportamento in neonati e bambini, ridurre la fertilità, agire come interferenti endocrini, aumentare i livelli di colesterolo e in- fluenzare il sistema immunitario.

Gli studiosi li hanno definiti "sostanze chimiche perenni" perché sono di natura estremamente persistente, difficilmente si decompongono e contami- nano l'acqua potabile, il suolo o l'aria. Essendo molto utilizzati appunto negli imballaggi monouso per il cibo questo significa che vengono gettati via immediatamente dopo essere stati utilizzati, creando grandi quantità di rifiuti contenenti sostanze chimiche tossiche che rischiano di inquinare so- prattutto l'acqua potabile e di rimanere e accumularsi nell'ambiente e nella catena alimentare.