PASCUCCI FIBRA
CAPSULE DI FIBRA 100% VEGETALE

Caffè Pascucci ha sviluppato il concetto Pascucci Fibra, sistema che consente di ottenere un espresso ideale da una capsula predosata e monodose, il cui contenitore è composto da materiali naturali ottenuti recuperando fibre vegetali da altre lavorazioni. 

FILOSOFIA PASCUCCI

Siamo composti di carne e spirito:
dobbiamo nutrirli entrambi

IL CAFFÈ È UN PRODOTTO AGRICOLO COLTIVATO NEL SUD DEL PIANETA per la maggior parte nei paesi meno sviluppati, mentre lo si trasforma e consuma negli stati del nord, nelle nazioni più ricche. Come tutti i beni di valore, più è alto il benessere di una popolazione, più alto è il consumo di caffè dei suoi abitanti. Questa derrata è, ad oggi, tra le più importanti economie di scambio al mondo.

È UN DATO CERTO CHE NEI CENTO ANNI IN CUI QUESTA BEVANDA è diventata popolare, il suo commercio raramente ha tenuto conto di cosa stesse accadendo all'origine, soprattutto a riguardo delle condizioni di vita di chi opera nella parte agricola e, pur creando comunque una minima base di sostentamento, non ha contribuito alla crescita economica dei paesi produttori. Negli ultimi anni stiamo vivendo un importante cambiamento storico: un numero sempre crescente di associazioni e soprattutto di imprese si sforza nell'agire a favore di un'economia più attenta e ponderata. 

CAFFÈ PASCUCCI È CERTAMENTE TRA QUESTE. Fondando la propria attività sull’idea che il lavoro debba contribuire a rendere dignitoso e sereno lo spirito umano e che l'equilibrio commerciale creato da un giusto rapporto economico tra chi produce, chi trasforma e chi utilizza possa contaminare positivamente chi la circonda, Pascucci promuove attentamente questo percorso. Questa presa di posizione è parte integrante dello spirito dell’azienda e ne rafforza l'ossatura, la trasforma in “caso eloquente”, elevando in essa quella ricchezza intangibile e positiva che la contraddistingue.

IN SINTESI, LA FILOSOFIA DI PASCUCCI È CHE UN'IMPRESA MODERNA, per essere definita tale e per svolgere la propria attività non possa esimersi dal tener conto di ciò che questo lavoro causa all’uomo, al suo spirito ed all’ambiente che lo circonda. Lavorare per creare benessere per se stessi, per una popolazione e complessivamente per un territorio, non può essere causa di malessere, povertà o sofferenza per altri popoli e per il loro habitat.

A MONTE DI QUESTO PENSIERO, DA PARECCHI ANNI L'IMPRESA SI STA ADOPERANDO per comprendere e correggere l'impatto che le sue attività hanno sullo spirito dell'uomo e sull’ambiente, cercando di soddisfare le esigenze di chi vi opera, attivandosi soprattutto per una transazione al biologico della filiera agricola che la riguarda.

STIMOLANDO TUTTI GLI OPERATORI E SOSTENENDO I CONTADINI nell'abbracciare questa visione e sistema produttivo, basato su pratiche e trattamenti naturali, la Pascucci sta costruendo le fondamenta per il suo futuro, per la sua qualità e per il suo valore, avendo chiaro che nella filosofia del biologico e nella sua spiritualità risieda il seme di tutta la moderna sostenibilità. 

LA CAPSULA IN TRE PUNTI

economia

DOPO L'ACQUA, IL CAFFÈ È LA BEVANDA PIÙ DIFFUSA AL MONDO, più del te, della birra e di tutte le bibite lisce o gassate se venissero raggruppate assieme. Il suo consumo avviene per il 70% in famiglia e per il 30% in tutti gli altri canali di commercializzazione, tra cui l’Ho.Re.Ca. (Hotel, Restaurant, Café), settore in cui Pascucci realizza il 98% delle sue vendite totali.
Avendo realizzato un numero di aperture certamente modeste rispetto alle colossali catene internazionali, l’azienda, con i suoi 700 punti vendita monomarca diffusi nel mondo, i “Caffè Pascucci Shop”, è comunque la coffee chain italiana più importante in attività. Concentrata in questo mercato la Pascucci non ha mai, per vari motivi, coltivato l’introduzione del suo prodotto nelle categorie diverse dal professionale. Tanto meno nella grande distribuzione organizzata, percorso che evita volutamente a causa delle dinamiche economiche che la caratterizzano.

Tornando al mercato mondiale, un altro mutamento storico che stiamo vivendo da alcuni anni è quello che sta avvenendo nel consumo di caffè in ambito domestico. C’è stata una vera e propria migrazione dell’utilizzatore dai classici pacchetti di macinato destinati alle macchine filtro o caffettiere, per approdare alle dosi già pronte e porzionate da estrarre in apposite macchinette espresso o filtro. Nei caffè porzionati (circa il 60% dei consumi totali con dati in crescita), la tipologia più diffusa sono le capsule monodose. 

COMODITÀ

L'ESPANSIONE COSÌ RAPIDA DI QUESTI SISTEMI PER FARE IL CAFFÈ è dovuta a più fattori. Il più importante è certamente la praticità, la loro comodità nell’essere utilizzate ne ha fatto esplodere rapidamente la diffusione; con il macinato e porzionato in monodose già pronto, chiunque può ottenere un buon espresso in pochi istanti, senza dover dosare, montare, smontare e lavare degli strumenti. Per quanto il caffè porzionato sia molto più costoso rispetto al grani o al macinato, la praticità di questo sistema ha vinto sulla nostra moka e sulla macchina filtro diffusa negli Stati Uniti e nelle case nordeuropee. 

SOSTENIBILITÀ

IL DIFFONDERSI DI QUESTO CAMBIAMENTO NEI CONSUMI MOSTRA GIÀ PREOCCUPANTI SEGNALI DI INSOSTENIBILITÀ. Se fino a pochi anni fa, acquistando 1000 g di caffè producevamo uno scarto medio di 35 g in imballaggio, oggi, per molte tipologie di capsule, lo scarto quotidiano che si produce può superare il peso della stessa polvere di caffè; in alcuni casi ancora più impattanti l'imballo raggiunge 1,5 volte il peso del materiale organico. Che si tratti di grosse capsule americane, piuttosto che delle europee destinate all’espresso, tutte le capsule in plastica o alluminio presenti sul mercato squilibrano la gestione dello scarto, causando, quali più e quali meno, un buco importante nella differenziazione e nel riciclo.

Sulle plastiche inoltre, gli studi più attenti dimostrano quanto sia elevata la pericolosità per la salute una volta esposte a calore, come nel caso delle capsule di caffè, che a contatto con acqua calda possono rilasciare ftalati, bisfenolo A e formaldeide, risultando estremamente tossiche per l’organismo umano. Più equilibrate possono essere interpretate le cialde in carta filtro, che pur essendo meno diffuse in quanto maggiormente scomode nel loro utilizzo, scartano mediamente 150 g di imballaggio per ogni 1000 g di caffè. Merita sicuramente attenzione positiva l'attività di Nespresso nell’organizzarsi per recuperare le capsule in alluminio, per le quali però, in una visione a lungo termine, la Pascucci non può prevedere investimenti in impianti di smaltimento.

L’azienda deve tener conto anche della quantità di CO2 prodotta nel fondere questo metallo, una tecnica di riciclo a temperature estreme che è causa di una grande quantità di emissioni in atmosfera. In ultimo, non risulta per Pascucci un percorso soddisfacente investire in imballaggi compostabili elaborati per il compostaggio industriale: questi, realizzati in polimeri bio-plastici derivanti dalla lavorazione del mais (come PLA o Mater-bi), risultano essere eticamente non percorribili. La loro produzione causa la sottrazione di terreni agricoli destinati all’alimentazione umana e animale, oltre all’impiego di molte risorse ed energia. 

I PLUS DEL SISTEMA PASCUCCI FIBRA

I PLUS DEL SISTEMA PASCUCCI FIBRA

I PLUS DEL SISTEMA PASCUCCI FIBRA

I PLUS DEL SISTEMA PASCUCCI FIBRA

Involucro

Il materiale di cui è costituita la capsula riveste un ruolo fondamentale in quanto essa deve fungere sia da contenitore sia da mezzo di erogazione per cui è importante trovare il giusto compromesso tra le due caratteristiche.

Lavorazione

Le capsule vengono termoformate a bassa temperatura. Un punto importante perché con questa tecnologia leggera riduciamo tantissimo le emissioni di CO2 in atmosfera. Mentre servono 200/300 gradi per termoformare la plastica e ben 700/800 gradi per l’alluminio.

Qualità

La flessibilità della fibra consente di ottenere contenitori per estrarre un espresso ideale, quello professionale all’italiana, ma anche un espresso alleggerito come quelli dei metodi di capsula più diffusi nel nord Europa.

Funzionamento

Di consistenza rigida, questa capsula funziona molto bene nelle macchine automatiche e l’espulsione avviene senza che l’utilizzatore debba toccare la capsula esausta.

Materiale

Unico nel suo genere si ottiene con degli scarti di lavorazione, come ad esempio la paglia prodotta dopo il raccolto del grano, la fibra residua della canna da zucchero, la canapa, il bambù. Il materiale sta per ottenere la certificazione “OK compost HOME” di TUV Austria.

Produzione

Un altro punto importante riguarda il fatto che per la loro produzione non vengono sottratti terreni destinati all’agricoltura, come per la realizzazione di bioplastiche derivate dal mais, ma si recuperano materiali di scarto ottenuti da altre lavorazioni, come le fibre della canna da zucchero.